L'8 aprile in piazza per il lavoro. Ivan Pedretti su Huffington Post

07 / 03 / 2017

Lavoratori, pensionati, giovani e studenti sono pronti a scendere in piazza a sostegno dei referendum della Cgil su voucher e appalti. L'appuntamento, convocato dal Comitato per il Sì, è per il prossimo 8 aprile a Roma, in piazza del Popolo. Un sabato, per permettere a tutti di esserci.
Su questi referendum sono state raccolte milioni di firme. Che significano milioni di persone che stanno chiedendo al governo e al Parlamento un profondo cambio di rotta sui temi del lavoro. I nodi stanno venendo al pettine. Da un lato, infatti, il governo è obbligato a trovare una data in cui far svolgere il referendum. Dall'altro invece si sta lavorando per rispondere a livello legislativo ai temi posti dai due quesiti.

È quindi arrivato il momento delle decisioni. Non si può più tergiversare. Per questo c'è bisogno di ritrovarsi in piazza, di far sentire la propria voce, di mostrare a tutti che il futuro di questo paese si gioca sulla possibilità o meno di fornire la certezza di un posto di lavoro sicuro e giustamente retribuito.

Fino a oggi non è stato così ed è per questo che il nostro paese fatica a tirarsi fuori dalla crisi. In questi anni il lavoro è stato messo nell'angolo. I diritti sono stati ridotti e la straordinaria impennata di nuova occupazione che tanto era stata sbandierata non c'è stata, se non per il brevissimo periodo degli incentivi fiscali.

Interi pezzi di società vivono con ansia il proprio futuro. Penso ai giovani pagati con i voucher se non addirittura con gli scontrini. Penso a tutti quelli, italiani o stranieri che siano, che vivono ancora sotto i ricatti dei caporali. Penso ai lavoratori degli appalti, a quelli dell'edilizia, alle cassiere dei supermercati aperti 24 ore su 24, a tutti quegli operatori del cosiddetto e-commerce che non hanno alcun diritto. Sono solo alcuni esempi della svalutazione del lavoro.

E penso anche a tutti quelli che nonostante abbiano più di qualche capello bianco stanno ancora sul posto di lavoro mentre vorrebbero andarsene finalmente in pensione, a chi ha cominciato a lavorare a 15-16 anni e che non ne può più di lavorare, alle donne che vorrebbero mettersi a riposo magari per dedicarsi alla propria famiglia.

Penso infine ai tantissimi pensionati e anziani che vivono ogni giorno con un reddito basso o molto basso e che nonostante questo continuano a fare da vero ammortizzatore sociale e che si ritrovano a dover far fronte ai continui tagli al welfare e alla sanità, temi che stanno diventando una vera e propria emergenza nazionale.

Tutte queste persone meritano delle risposte. Un sindacato generale come il nostro a tutte queste persone deve dare lo spazio che meritano. Per questo è giusto, anzi doveroso, scendere in piazza.

I pensionati che rappresento nel mio ruolo di segretario generale dello Spi-Cgil come sempre saranno in prima linea. Non perché verranno a Roma per fare una gita, come spesso sono costretti a sentirsi dire, ma perché hanno a cuore il futuro del loro paese. Che poi è quello dei loro figli e nipoti.

Leggi l'articolo sul sito dell'Huffington Post

DIPARTIMENTO
organizzazione

LEGGI TUTTE LE NEWS