21 marzo: giornata mondiale contro tutti i razzismi

19 / 03 / 2018

Il 21 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro il Razzismo, indetta dalla Nazioni Unite in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, la giornata più sanguinosa dell'apartheid in Sudafrica. Quel giorno 69 manifestanti neri vennero uccisi da 300 poliziotti bianchi mentre protestavano contro l'introduzione dell'Urban Areas Act, provvedimento che imponeva ai cittadini sudafricani neri di esibire uno speciale permesso se fermati nelle aree riservate ai bianchi.

Per celebrare la Giornata Mondiale contro il razzismo, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - Unar, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il compito di promuovere la parità di trattamento e rimuovere le discriminazioni fondate sulla razza e l'origine etnica, promuove la Settimana di azione contro il razzismo, campagna di sensibilizzazione e animazione territoriale, giunta alla sua quattordicesima edizione, dal 19 al 25 marzo 2018. L’iniziativa prevede il lancio di una campagna di informazione dal titolo Un mondo senza pregiudizi, gira per il verso giusto volta ad accrescere una coscienza non discriminatoria presso l’opinione pubblica, in particolare fra i giovani, anche con uno spot in onda sulle reti Rai, circuiti delle Ferrovie dello Stato e delle Poste Italiane, dal 10 al 25 marzo.

Molte strutture della Cgil e dello Spi organizzano iniziative, in continuità con il lavoro di inclusione, accoglienza, solidarietà, lotta alle discriminazioni razziali svolto quotidianamente nei territori.

Il nostro impegno è tanto più importante oggi, quando si moltiplicano nel paese gravi episodi di razzismo, fino all’attacco terroristico di Macerata contro inermi cittadini, colpiti da colpi di arma da fuoco solo perché neri, o all’assurdo omicidio di Firenze, dove la follia suicida-omicida si è poi scaricata contro un inerme senegalese.
In questi anni donne e uomini, italiani e non, si sono mobilitati per costruire situazioni di uguaglianza e diritti nei luoghi di lavoro e nelle città contro ogni forma d’intolleranza (razzismo, xenofobia, omofobia, islamofobia, antisemitismo). Ma questa consapevolezza è di nuovo attaccata. Di nuovo forze politiche, sociali e culturali strumentalizzano le tragedie del mondo per trasformare in colpevoli le vittime delle guerre, della fame e dello sfruttamento, e cercano di identificare col fanatismo terrorista la religione di un miliardo e mezzo di musulmani, ben sapendo che sono proprio loro le prime e più numerose vittime.
I governi dei paesi dell’Unione Europea scelgono di proteggere le frontiere piuttosto che le persone, contribuendo alla trasformazione del Mediterraneo, crocevia di culture, in un cimitero senza croci e senza nomi.
In Italia molti migranti sono costretti a vivere e lavorare ai limiti dello sfruttamento e della schiavitù. Bambini e bambine nascono e crescono in Italia senza ottenere la cittadinanza e i diritti che ne conseguono. Si propaganda una falsa idea di sicurezza dei cittadini, costruita contro i diritti dei migranti e degli emarginati.
Per queste ragioni, oggi più che mai, è necessario mantenere e rafforzare una continua mobilitazione antirazzista e nonviolenta, capace di contrastare ideologie e strategie di “sicurezza” discriminatorie, che da troppi anni ostacolano, dal livello locale a quello europeo, vere politiche di diritti, di accoglienza e di integrazione, le uniche che non danno spazio alla nascita dei razzismi e dei terrorismi.

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