Festa della Liberazione dal Nazifascismo
Sono passati oltre settanta anni da quel 25 aprile. Oltre settanta anni per non dimenticare un giorno da difendere sempre. Lo Spi Cgil con i suoi iscritti, militanti, dirigenti sindacali, con un profondo sentimento democratico e con una autentica partecipazione, anche quest’anno vogliono ricordare “la giornata della Liberazione”, la verità storica, la sconfitta del nazifascismo nel nostro Paese, in un doveroso rispetto morale verso donne, uomini, ragazzi che sacrificarono le loro vite per una battaglia di civiltà e di emancipazione democratica. E vuole sottolineare i valori straordinari della lotta Partigiana e della grande stagione della Resistenza e la conquista della nostra Repubblica e della nostra Carta Costituzionale.
Il 25 Aprile per noi non è un giorno di vincitori né di vinti, è la festa di un popolo che ritrovò la propria libertà. Eppure ancora una volta c’è chi in Italia, come in molte parti d’Europa, provocatoriamente si attiva per “revisionare” la storia, in uno squallido tentativo di manipolare la verità, alimentandosi delle nefandezze più torbide del nostro passato e usando i valori del fascismo, vecchio e nuovo.
Per questo non bisogna mai distrarsi. Bisogna tenere costantemente alta la guardia per difendere ed espandere la democrazia, la pace, la giustizia sociale, il lavoro. Il 25 aprile è un patrimonio collettivo di comunità di genti che deve essere tramandato, senza alcun indottrinamento ideologico, con una cultura profonda e una forte carica di passione civile, con una seminagione di nuove idealità per le nuove generazioni, con la capacità di trasmettere la memoria di quella che è stata una stagione straordinaria ai ragazzi e alle ragazze, affinché anche loro possano esprimere liberamente il proprio pensiero politico e possano utilizzare la forza della loro giovane età per sconfiggere nel mondo e in Europa gli attacchi alla democrazia. Le destre politiche vecchie e nuove si stanno espandendo, con il grande pericolo di mercificare il consenso, alimentare un becero populismo per portare avanti posizioni fasciste e razziste. E non sottovalutiamo poi i fenomeni preoccupanti che riguardano il nostro paese, con l’aggravarsi di comportamenti illegali, con la corruzione, con le vittime innocenti colpite dalle mafie, con il consolidamento di un egoismo diffuso, la costruzione di nuovi muri, la marchiatura sulla pelle di antica memoria, il dramma del fenomeno migratorio, la tragedia dei morti nel Mediterraneo.
Pensiamo poi ai tanti, troppi, bambini che, per le responsabilità gravi dei potenti politici del mondo non hanno potuto vivere umanamente come tutti gli altri bambini, non hanno potuto godere del diritto alla loro piccola vita, senza forse mai riuscire a sorridere. E spesso ci facciamo travolgere da una strisciante ipocrisia, come se questo doloroso problema non ci appartenesse, e dopo l’emozione della foto in bianco e nero del volto di quel povero bambino, è come se fatalmente accettassimo il problema con un senso di smarrimento e di impotenza che ci attanaglia, inaridendo i nostri sentimenti di solidarietà, di amicizia e di passione civile.
Ecco perché il 25 Aprile è una giornata straordinariamente importante. Per questo lo Spi Cgil chiede a tutte le strutture di partecipare, nella tradizione storica che ci ha sempre caratterizzato come sindacato generale di lotta e di memoria, alle tante iniziative democratiche che si svolgeranno nel paese, per contribuire come protagonisti alla difesa dei valori di questo “giorno indivisibile”.
Lo Spi Cgil plaude alla lotta condotta dall'Anpi per impedire che a Milano, città Medaglia d'oro per la Resistenza, si tenesse una adunata fascista proprio nel giorno delle celebrazioni del 25 aprile e condividiamo la decisione dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia di indire una giornata dell’antifascismo per il 27 maggio perché possa essere una riflessione collettiva per parlare di cosa significhi l’antifascismo oggi. Lo Spi sarà presente.
Il 25 Aprile bisogna ricordarlo quotidianamente, nella consapevolezza che è una festa di Liberazione di un popolo, e la memoria di quel valore non può prendere la polvere. Bisogna invece farla respirare sempre, soprattutto con i giovani e per i giovani. Ricordiamo le parole di Tullio De Mauro, “guerriero gentile” che ha lottato fino alla morte per la democrazia: “se pochissimi sanno e tanti non sanno, la società non può che finire con l’essere diseguale, ingiusta, insopportabile da vivere”. La memoria, diceva De Mauro, non bisogna usare le parole sbagliate per far vivere la memoria, ma nemmeno aver paura di chiamare le cose con il loro nome.
Buon 25 Aprile!